Siamo frutto del caso?

Di Giovanni Pellegri



Non si possono alzare gli occhi e guardare alle stelle che brillano in cielo senza sentirsi pervadere da un sentimento di piccolezza, quasi un turbamento. L'astrofisica moderna ci ha declassato da uomini posti al centro del Sistema Solare e dell'universo, a naufraghi alla deriva su di un insignificante pezzo di roccia orbitante attorno ad una stella, come ce ne sono miliardi nella nostra galassia. È duro non essere speciali. Diciamocelo francamente: non mi dispiacerebbe per nulla scopertine/coprire che l'astrofisica si sia sbagliata. Scopertine/coprire che, a guardare bene, siamo al centro di tutto. Ritornare, cioè, all'antica concezione tolemaica d'universo, e sedersi in veranda con la certezza che la mia sedia sia messa proprio al centro di tutto il cosmo. Miliardi di stelle, di galassie, spazi infiniti ed io al centro, come il risultato più normale e naturale di un universo costruito in funzione dell'uomo.

La realtà, in ogni modo, parla chiaro ed è un'altra. Gli astrofisici descrivono l'universo come uno spazio illimitato nel quale troviamo un'infinità di galassie in rapido allontanamento e all'interno delle quali nascono, brillano e si spengono centinaia di miliardi di stelle. Le attuali teorie hanno potuto dimostrare che l'universo è nato 12 15 miliardi d'anni fa da una grande esplosione chiamata BigBang. Sebbene ancora molti dubbi persistano attorno alla nascita e l'evoluzione del nostro universo, risulta invece chiaro come i gas e la materia si sono addensati per formare le stelle ed i pianeti, come si sono innescate le reazioni nucleari all'interno delle stelle e in quale modo da queste reazioni si sono formati nuovi elementi chimici. Le particolari caratteristiche (dimensioni, posizione, e composizione chimica) del nostro pianeta hanno permesso di creare quelle delicatissime condizioni affinché in un universo fatto di reazioni nucleari, temperature estreme e radiazioni cosmiche, la terra potesse diventare la culla della vita. Grazie ad un processo evolutivo costante, le diverse specie viventi apparse sul nostro pianeta sono mutate nel tempo, a volte si sono estinte, ma principalmente si sono adattate alle molteplici condizioni presenti sulla Terra, generando così una decina di milioni d'organismi differenti. Una storia di leggi fisiche e d'atomi che, dall'origine dell'universo, è progredita fino a noi, originando l'uomo. Un uomo sconcertato e incredulo della propria storia, ma desideroso di capire come inserire la propria esistenza in universo così ostile.

La scienza ha saputo donare all'uomo una maggiore comprensione della realtà facendo riemergere in modo ancor più drammatico l'eterna domanda: qual è la nostra origine e qual è il nostro destino? Non esiste niente di scontato nel nostro universo e noi siamo forse il risultato più incredibile dell'evoluzione cosmica. Ma "perché esiste qualcosa al posto di nulla?" si domandava il filosofo e matematico tedesco Leibniz. Siamo il frutto del caso o di un progetto?